Ricordo del Nob. Cav. Avv. Edoardo Caccia di Varallo Pombia (No).
Nel 2007, in occasione del centenario della morte del mio bisnonno, Edoardo Caccia del ramo Caccia di Varallo Pombia, mi ero proposto di preparare alcune note sulla vita e sulle attività da lui svolte a favore del Comune di Varallo Pombia. Purtroppo alcuni contrattempi e diverse difficoltà incontrate nell’accertamento di alcuni fatti storici hanno dilazionato, anche se di poco, questo mio scritto.
Edoardo Caccia nacque a Novara il 30 ottobre 1840 da Angelo Caccia e Marianna Pistarini: fu battezzato nella Cattedrale di Novara il 3 novembre 1840 con i nomi di Giuseppe, Ambrogio, Basilio, Edoardo, Maria e Giovanni, avendo come padrino il Cav. Don Giuseppe Caccia, Capitano dei Granatieri e delle Guardie di Sua Maestà. Non devono meravigliare i molti nomi dati al neonato: a quei tempi, ed in parte ancora oggi, si usava dare all’infante il nome di qualche avo, e se il padrino era di particolare rango, anche il nome del padrino. Nel nostro caso, il primo nome Giuseppe era il nome del padrino, Ambrogio, Basilio ed Edoardo i nomi del nonno, mentre Giovanni e Maria molto probabilmente riguardavano i genitori della madre
E’ doveroso precisare che in alcuni scritti la data di nascita di Edoardo Caccia è indicata come 1° novembre 1840, ma questa data si riferisce sicuramente alla denuncia della sua nascita allo Stato Civile di Novara dove per motivi incomprensibili fu registrato come Odoardo.
Prima di parlare di Edoardo Caccia, mi sembra opportuno, data la rilevanza del personaggio, dire brevemente di suo padre. Angelo Caccia era nato a Varallo Pombia il 17 novembre 1787, discendente dal ramo dei Caccia di Varallo Pombia (da non confondersi con il ramo dei Caccia di Milano, Feudatari di Pombia e Varallo Pombia, che si estinsero con la morte del Cardinale Federico Caccia nel 1699), si era trasferito per tempo a Novara dove ben presto occupò posti di responsabilità nella.vita cittadina. Faceva parte dei 60 Decurioni della Città, cioè della parte nobiliare della città, e come loro rappresentante fu Sindaco di Novara dal 1830 al 1836. Bisogna ricordare che a quei tempi i Sindaci erano due, uno eletto dai nobili (sindaco di prima classe) e l’altro eletto dal popolo. Faceva parte della Confraternita dei Fabbriceri della Basilica di San Guadenzio e dal 1833 del Consiglio di Amministrazione del famoso Collegio Caccia di Novara, incarico che in seguito sarà anche di suo figlio Edoardo. Angelo Caccia morì il 3 marzo 1849.
Edoardo Caccia visse la sua infanzia a Novara in Via S. Agnese, nel Quartiere di S.Eufemia, insieme alle sorelle Laura (nata il 14 luglio 1831), Antonia (nata il 6 aprile 1833), Maria (nata il 29 novembre 1834) ed al fratello Carlo Alberto (nato il 5 maggio 1842). La sua adolescenza fu rattristata dalla morte del padre Angelo quando aveva solo nove anni. Fatte le scuole ordinarie a Novara, si trasferì successivamente a Torino dove grazie all’assistenza finanziaria da parte del Collegio Caccia ( che dal 1820 da Pavia si era trasferito appunto a Torino) potè frequentare, con notevole profitto, le lezioni universitarie di quell’Ateneo e a coronamento dei suoi studi si laureò in Giurisprudenza. Non dimentichiamo che in quel periodo storico Torino era al centro non solo della vita piemontese ma nazionale: dopo la proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861, Torino era diventata la capitale d’Italia e lo sarebbe rimasta fino al 1865. In questo contesto storico, grazie al nome che portava, Edoardo Caccia potè frequentare i salotti della Torino “bene” dove conobbe Vittoria Patrizio, Contessa di Scagnello, nata a Savigliano nel 1842. Non ci è dato sapere se tra i due giovani ci fu il classico “colpo di fulmine”, o come si usava allora il matrimonio fu “combinato”; di sicuro Edoardo Caccia, che dimostrava in ogni circostanza grande decisione, non aspettò la fine dei suoi studi e il 27 luglio 1862, nella chiesa di San Carlo a Torino sposò Vittoria Patrizio. Dal loro matrimonio nacquero Amalia il 20 maggio 1863 a Torino, e a Novara, dove nel frattempo Edoardo Caccia era tornato ad abitare ed ad esercitare la professione di Avvocato, Anna il 21 gennaio 1865 ed infine Ercolina il 6 novembre 1869.
Edoardo Caccia entrò a far parte, a soli 23 anni, del Consiglio di Amministrazione del Collegio Caccia, operando con tale abilità che nel 1884 fu nominato Presidente, carica che mantenne fino al 1901. Ma la sua vita, dato il suo carattere particolarmente attivo, era un continuo fermento di iniziative tra la sua gente, tanto che nel 1886 fu eletto Consigliere Provinciale, carica in cui fu sempre riconfermato. Inoltre per le sue benemerenze nel 1896 fu nominato Cavaliere dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro.
Tuttavia, nonostante una vita piena di impegni, Edoardo Caccia non dimenticò mai il paese di Varallo Pombia che aveva dato i natali a suo padre Angelo e dove era morta la sua mamma Marianna Pistarini, il 5 luglio 1883. Infatti, specie nei mesi estivi, tornava volentieri nella sua casa in Via Caccia sia per riposare, sia per seguire i lavori di ampliamento, ma soprattutto per cercare di dare impulso alle attività dei varalpombiesi che fin dal 1869 lo avevano eletto loro Sindaco, carica che mantenne fino alla morte.
Il paese di Varallo Pombia era posto nelle vicinanze della strada del Sempione, ma il traffico, sempre più intenso, le passava accanto senza che ne traesse alcun vantaggio. Bisognava pertanto cercare qualche iniziativa che permettesse anche al paese di farsi meglio conoscere.
L’occasione si presentò ad Edoardo Caccia quando nel 1876 ottenne, contro il parere di alcuni suoi concittadini, che la società svizzera “Dinamite d’Ascona” installasse nel territorio di Varallo Pombia, nella zona del Ticino di fronte a Somma Lombardo, una fabbrica per la fornitura dell’esplosivo necessario alla costruzione della galleria ferroviaria del Gottardo (su questo fatto rimando il lettore al particolareggiato e documentato articolo “Una fabbrica di dinamite a Varallo Pombia per il traforo del Gottardo 1876-1880” di L. Galli e C. Mazzella pubblicato dal Bollettino Storico della Provincia di Novara, fascicolo 1 1970 pag. 82-96).
I meriti acquisiti con questa iniziativa permisero ad Edoardo Caccia di chiedere ed ottenere dal Governo una stazione ferroviaria a Porto Varallo Pombia sulla costruenda linea Novara-Luino. Da notare che precedentemente, nel 1856, era stata costruita la ferrovia Novara–Arona con fermata a Varallo Pombia, cosicché un piccolo paese come Varallo Pombia, grazie alla solerzia e lungimiranza di Edoardo Caccia, poteva vantare ben due stazioni ferroviarie.
Per concludere, Edoardo Caccia morì a Varallo Pombia il 5 luglio 1907, lasciando un indelebile ricordo tra la gente per la sua personalità, il suo dinamismo, la sua professionalità e, non per ultimo, la sua generosa disponibilità verso chi a lui ricorreva per un aiuto o un consiglio. La sua salma, accanto a quelle dei suoi discendenti, riposa nel cimitero di Varallo Pombia, lungo la cinta del muro di destra,. nel sarcofago di marmo rosa che le sue tre figlie vollero erigere a suo ricordo. Sulla parte frontale del sarcofago è ben evidente lo stemma nobiliare di Casa Caccia, stemma, ancora ben visibile sul portone di Via Caccia 11, recante il motto “ Humilitas Omnia Vincit”, motto che meglio non potrebbe rappresentare lo stile di vita del Nob. Avv. Cav. Edoardo Caccia.
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